Concorso Regoliamoci 2014 Periodo: a.s. 2013/2014 Alunni: classe V A I.T.C. |
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La classe V A dell'I.T.C. "C. Agostinelli" risulta essere tra le tre scuole superiori finaliste del concorso "Regoliamoci 2014" indetto da " Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” d’intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione.
Gli studenti, Pietro Caliandro, Giuseppe Pannofino, Piero Venerito, Federica Petrosillo, Vincenzo Erculeo, e la docente referente, prof.ssa Vita Maria Argentiero, hanno realizzato un video sul tema "Stop al narcotraffico".
La premiazione avverrà il 3 giugno a Roma presso il Ministero della Pubblica Istruzione alla presenza del ministro Stefania Giannini e di don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione Libera.
Grande apprezzamento per gli studenti che si sono distinti con un video dal titolo "Distruggila", cioè distruggi la mafia e il narcotraffico, presente su YOUTUBE http://www.youtube.com/watch?v=fCpEOiLbUyk
Roma, 3 giugno 2014
Nella mattinata del 3 giugno presso il Ministero della Pubblica Istruzione si è svolta la premiazione del concorso “Regoliamoci 2014”, indetto da Libera. Associazioni, nomi, numeri contro le mafie e d’intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione.
Gli studenti della V A dell’Istituto Tecnico Commerciale “C. Agostinelli” Pietro Caliandro, Giuseppe Pannofino, Piero Venerito, Federica Petrosillo, Vincenzo Erculeo e la docente referente, prof.ssa Vita Maria Argentiero, con un video sul tema “Stop al narcotraffico” hanno portato a casa un meritato secondo premio e la somma di due mila euro per l’acquisto di materiale didattico per la realizzazione di iniziative legate alla legalità e alla lotta alla mafia.
Alla cerimonia erano presenti il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti e il Direttore Generale per lo Studente, l’integrazione e la partecipazione del Miur, dott.ssa Giovanna Boda.
I ragazzi e la docente così hanno commentato: ”E’ stata una vittoria arrivare qui al Miur e ricevere gli apprezzamenti della dott.ssa Boda e di don Luigi Ciotti. Ci siamo sentiti parte della grande scuola italiana, che vuole essere terreno fertile per costruire generazioni, che fondano insieme responsabilità e coscienza”.
Il video nasce dalla volontà di chiarire che il Narcotraffico e le mafie in generale privano noi tutti di qualcosa: ci tolgono la Libertà e contemporaneamente abbracciano la società in tutti i suoi aspetti, in piena coerenza con gli attori del video.
L'uso della scatola non è del tutto casuale, ma è il simbolo di un peso che tendiamo a scaricare sul prossimo e che, inesorabile, avanza. La scatola, simbolo del narcotraffico porta via la vista, trasformandosi in metafora di Non-Libertà. Con la mancanza di opposizione, volontaria o meno, ci si rassegna o ci si disinteressa del problema come se tutto scorresse normalmente, come se tutto fosse problema altrui, come se non ci riguardasse da vicino. É questo il più grande errore della nostra società: la negligenza. Il problema è concreto, ma non lo si vuole affrontare.
L'ultimo ragazzo sa di dover fare qualcosa, di dover spezzare la catena, ne è consapevole. Si ribella e, aprendo gli occhi, riacquista la Libertà con la quale distrugge il narcotraffico, sceglie di fermare tutto e dare vita a qualcosa di nuovo.
In fondo, anche là dove la terra è più scura e triste possono nascere fiori di speranze e di bene.